La stima è basata sull’esame delle delibere 2010 delle giunte comunali di dodici comuni di dodici regioni diverse, differenti per dimensione: Anguillara Sabazia RM (18.613 abitanti; 24.707,72 euro; 1,33 euro per abitanti), Bastia Umbra PG (21.600; 7.100,00; 0,35); Castellalto TE (7.496; 1.338,00; 0,18); Castelnuovo TN (991; 5.820; 5,87); Grassano MT (5512; 1.036; 0,19); Misano Adriatico RN (12.157; 12.000; 0,99); Montesarchio BN (13.707; 30.000,00; 2,19); Padova (in questo caso anche circoscrizioni; 212.989; 241.124,00; 1,13); Prata di Pordenone PN (8.458; 5.150; 0,61); Revello CN (4.221; 500; 0,12); Sant’Elia a Pianisi CB (1.983; 8.960; 4,52); Vita TP (2.169; 17.477,91; 8,06).

La media comunale è dunque di 2,13 euro per abitante. Poiché la popolazione totale è stata calcolata dall’Istat in 60.340.328, e poiché si è ritenuto, prudenzialmente, di moltiplicare la cifra per due (perché non tutti i contributi emergono dalle delibere – in quanto non sono state analizzate le determine, le delibere di consiglio e il bilancio; le delibere di giunta non consentono sempre l’immediato riconoscimento dell’effettivo destinatario; talvolta rimandano ad allegati non disponibili; solo due comuni su dodici hanno reso disponibile online l’albo dei beneficiari previsto dal DPR n. 118/2000), la proiezione su scala nazionale porta a un valore di circa 257.000.000 euro.

Esistono ovviamente Comuni che si distinguono per corrispondere cifre assai superiori a questa media: si pensi a Trieste, che con un solo provvedimento è riuscito ad assegnare alle sole parrocchie 1,7 milioni di euro, o al Comune di Oppeano, in provincia di Verona, che – compresi i contributi per le scuole paritarie – destina addirittura 44,50 euro per abitante a realtà cattoliche.

Nel calcolo effettuato mancano peraltro i benefici derivanti da delibere “una tantum”, che possono anche essere surreali: si pensi al Comune di Jesolo, che ha concesso ai preti il diritto alla tumulazione gratuita. Non mancano nemmeno gli errori marchiani, come quello del Comune di Milano che, non chiedendo le fatture, ha finanziato due volte gli oratori. Senza che i beneficiari lo facessero presente. Il discutibile primato di Comune più generoso nei confronti della Chiesa è senz’altro quello di Roma, come ha dimostrato un libro scritto nel 2016 da Daniele Frongia e Laura Maragnani, E io pago, in cui una quarantina di pagine sono dedicate a elencare regali, evasioni, elusioni, favori, privilegi di cui disponde la Chiesa cattolica.