La legge n. 222/1985, oltre a introdurre il meccanismo dell’Otto per Mille, all’articolo 46 ha stabilito che «le persone fisiche possono dedurre dal proprio reddito complessivo le erogazioni liberali in denaro a favore dell’Istituto centrale per il sostentamento del clero della Chiesa cattolica italiana». Ripresa all’interno del Dpr n. 917/1986 (Testo unico delle imposte sui redditi), la possibilità è stata successivamente estesa anche ad altri soggetti, quali le associazioni. L’Agenzia delle Entrate, con risoluzione n. 133/2007, ha inoltre precisato che «le erogazioni liberali in favore delle parrocchie che realizzano interventi su beni culturali tutelati dal Codice dei beni culturali e del paesaggio possono essere detratte dall’imposta lorda per un importo pari al 19 per cento, se effettuate da persone fisiche, dedotte dal reddito d’impresa, se effettuate da imprese».

Gianluca Polverari, su Critica Liberale n. 123/4 del gennaio-febbraio 2006, ha calcolato che il mancato introito fiscale conseguente al provvedimento dovrebbe aggirarsi intorno al 31% del valore dell’erogazione. Nel 2016, secondo dati forniti dal sito cattolico Sovvenire.it, le erogazioni liberali in favore dei soli sacerdoti sarebbero state pari a 9.365.946 euro. Stimando prudenzialmente che quelle in favore delle associazioni e delle parrocchie ammontino quantomeno al doppio, e applicando al totale la percentuale del 31%, si ottiene un mancato introito fiscale di circa dieci milioni di euro.