Il governo italiano ha facoltà, attraverso decreti e ordinanze, di proclamare «grandi eventi» quegli avvenimenti «che richiedono interventi urgenti, un coordinamento complesso, una rapida esecuzione e misure straordinarie per prevenire possibili rischi e per assicurare la tutela della vita, dei beni, degli insediamenti e dell’ambiente», e la cui gestione è pertanto affidata alla Protezione Civile.

Metà di essi sono eventi riguardanti il mondo cattolico: negli anni passati sono stati dichiarati «grandi eventi», per esempio, alcune visite del papa in città italiane, l’anno giubilare paolino, l’esposizione delle spoglie di san Pio da Petrelcina, l’agorà dei giovani italiani a Loreto, l’incontro del papa con gli aderenti ai movimenti e alle comunità ecclesiali. Nel 2011 l’unico “grande evento” cattolico è stato considerato il Congresso eucaristico, per il quale il governo ha impegnato la somma di 3.651.315,21 euro. Nel 2012 è stato invece l’incontro mondiale delle famiglie, svoltosi a Milano, e per il quale il governo ha stabilito l’effettuazione «senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica».

Nel corso degli anni i “grandi eventi” sono scomparsi dai radar, ma ciò non toglie che i finanziamenti dello Stato siano terminati. Prendono soltanto altre vie. Un esempio eclatante è rappresentato dal Giubileo 2016 (peraltro un mezzo flop), per il quale è stato verificato uno stanziamento di duecento milioni da parte del governo, l’attivazione di un “pass sanitario” riservato ai pellegrini a condizioni di favore, esenzioni speciali Cosap concesse in esclusiva per tale occasione, il previsto aumento dei rifiuti prodotti con, per contrasto, la spending review della municipalizzata con tagli per venti milioni e, soprattutto, gli ingenti costi per la sicurezza di un evento che, ricordiamolo, papa Francesco ha convocato senza preventivamente consultare le autorità politiche.