Tutte le grandi società private controllate dallo Stato si contraddistinguono per un atteggiamento di favore nei confronti della Chiesa cattolica e delle sue articolazioni. I benefici si possono suddividere in tre tipi: contributi diretti (per esempio le sponsorizzazioni che aziende come Poste Italiane, Trenitalia, Ferrovie Nord hanno concesso al Meeting di Comunione e liberazione, o i pacchi non ritirati o non consegnati che Poste Italiane ha deciso di donare alla Caritas), sconti sui servizi offerti (per esempio gli sconti per i pellegrini concessi da Trenitalia, cfr. Ultimissima del 4 settembre 2011), o messa a disposizione gratuita di propri spazi (per esempio le trasmissioni dedicate, il portale internet, lo spazio sul Televideo che la Rai riserva alla Chiesa cattolica, le tariffe agevolate della Sipra per la pubblicità sui canali Rai, o i viaggi “offerti” gratuitamente al papa).

Un caso eclatante di spreco sono i cinque milioni di euro che la società pubblica Arcus ha impiegato a beneficio della congregazione vaticana di Propaganda Fide, e che la Corte dei Conti ha chiesto siano restituiti allo Stato (cfr. Ultimissima del 30 giugno 2010); la stessa Arcus ha deliberato di devolvere 1,4 milioni per il restauro della cattedrale di San Vigilio a Trento. Bisogna poi aggiungere i costi delle visite in Vaticano effettuate da amministratori e dipendenti di tali società per essere ricevuti in udienza dal papa. Molte società dispongono infine di cappellani: l’Atac di Roma, per esempio, ne ha due, ma un cappellano era presente anche alle Olimpiadi di Londra.

Non vanno dimenticate le fondazioni: se la Fondazione Cariverona ha stanziato 450.000 euro per la costruzione dell’oratorio della parrocchia di San Pio X a Vicenza, la Fondazione Crt ha da parte sua avviato il progetto Architetture tra memoria e futuro, «iniziativa congiunta» con la Regione Piemonte e le Diocesi piemontesi e valdostane, per il quale ha stanziato venti milioni di euro. Sui siti di alcune di queste realtà è possibile in alcuni casi verificare gli importi concessi: per es. la Fondazione Cariplo, oppure Enel Cuore Onlus. Considerando anche gli enti statali, per i quali valgono considerazioni simili, il valore complessivo di tali benefici può essere prudenzialmente stimato in almeno duecento milioni di euro.